mercoledì 11 gennaio 2012

dichiarazione d'amore - C. Dickens "David Copperfield"

Tra un paio di mesi andrò per un week-end a Londra, così ho inziato a cercare un libro che mi aiutasse ad entrare nell'atmosfera londinese, la scelta è ovviamente ricaduta su uno dei più grandi romanzieri inglesi: Charles Dickens. Quindi ora rimaneva da scegliere quali delle numerose opere facesse al mio caso....Il canto di Natale siamo purtroppo fuori tempo massimo...chircolo Pickwick?Oliver Twist?Tempi difficili?
alla fine la mia scelta si è ridotta ai due romanzi di Dickens che ho in casa: "Circolo Pickwick" e il "David Copperfierld"... e visto il mio amore spassionato per le "confessioni d'un italiano" di Nievo ho optato per il secondo.

Dickens pubblicò il suo David Copperfield tra il 1849 e il 1850, pubblicato, come per tutti i romanzi di Dickens, a puntate. La cosa interessante è che il romanzo è si l'autobiograzia del personaggio principale, in realtà l'autore si ispirò ad alcuni eventi della sua vita, quindi il romanzo può anche essere considerato una sorta di autobiografia di Charles.


Così, fatta la mia scelta, mi preparo per iniziare questo nuovo viaggio....così mi metto a letto e, mentre i muscoli si rilassano al caldo del piumone, la mente si libera da tutti i pensieri che la opprimono durante la giornata e si prepara a qualche minuto di sfago in compagnia di personaggi ancora sconosciuti, apro il volume e mi fermo sull'introduzione e....me ne innamoro....è una dichiarazione d'amore...una delle più belle che abbia mai letto...

Non è facile per me allontanarmi a sufficienza da questo libro una volta finito, da poterci tornare sopra con la calma che sembrerebbe necessaria vista questa formale introduzione. Il mio interesse per questo libro è troppo recente e forte; e la mia mente è così divisa fra il piacere e il rimpianto - piacere per aver portato a termine un progetto annoso, rimpianto per essermi separato dai tanti compagni- che corro il rischio di stancare il lettore che amo, con confidenze personali ed emozioni.
(...)
Forse al lettore non importerebbe molto sapere quanto dolore è costato posare la penna alla fine di un compito creativo durato due anni; o di come si sente l'Autore nell'aver affidato alcune parti di sè al mondo delle ombre, dove una folla di creature che sono state formate dal suo cervello si allontana da lui . Eoppure non ho altrod a dire; a meno che non confessassi ( cosa che potrebbe avere ancora meno importanza) che nessuno potrà credere di più a questo racconto di quanto ci abbia creduto io quando l'ho scritto.
Perciò, invece di guardarmi indietro, guarderò avanti. non posso chiudere questo volume in modo pià piacevole che con uno sguardo pieno di speranza al tempo in cui farò di nuovo uscire i miei due fogli verdi una volta al mese, con un ricordo fedele del bel sole e delle piogge che sono cadute su queste pagine del David Copperfield, e che mi hanno reso felice.

( C.Dickens, David Copperfield)

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